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Letterature al cinema - Gli incontri di aprile e maggio

Aggiornamento: 7 lug




Due poeti che hanno segnato la storia della letteratura italiana incontrano un killer in pensione e un ragazzo che parte per un'avventura in un mondo post-apocalittico.

Detta così sembra una storia un po' bizzarra, lo so.

Nonostante questo i prossimi 4 incontri vorrebbero essere un'ideale viaggio alla scoperta delle possibili combinazioni che nascono dall'incontro tra le letterature, quella classica rappresentata da Leopardi e D'Annunzio e quella moderna delle graphic novel di Igort e Gipi, e il cinema.

"Il giovane favoloso" e "Il cattivo poeta" ci presentano due scrittori agli antipodi, inconciliabili tra loro, eppure entrambi di fondamentale importanza per capire lo spirito e la storia d'Italia.

Nel film dedicato a Leopardi dominano la forza e la determinazione dello scrittore di Recanati di fronte alle avversità e agli ostacoli che si presentano lungo il suo cammino di letterato. L'animo romantico delle poesie di Giacomo, la sua volontà di liberarsi della gabbia dorata in cui il padre l'ha rinchiuso e i fermenti dell'Italia risorgimentale accompagnano le immagini della vita quotidiana di un paese dell'800 in un ritratto personale e sociale unico. Se tutto questo non bastasse a convincervi, la grandissima prova attoriale di Elio Germano varrebbe da sola la visione.

Nel film dedicato al "Vate" Gabriele D'Annunzio, interpretato da un magistrale Sergio Castellitto, l'atmosfera decadente e malinconica del Vittoriale (altra prigione dorata) fa da sfondo agli ultimi anni di vita di un uomo schiacciato dal peso del proprio mito e condannato all'esilio forzato dal regime fascista che, dopo averlo esaltato e preso a modello, vorrebbe cancellarne il ricordo. Castellitto ci restituisce l'immagine del poeta ridotto al fantasma di se stesso eppure ancora capace di afferrare la realtà con vigore, di leggere le miserie che si nascondono dietro l'arroganza dei gerarchi e di prefigurare le tragedie sociali alle quali il fascismo sta andando inevitabilmente incontro.

La commistione tra generi è il punto che unisce gli altri due film di cui parleremo in questo ciclo di incontri: "5 è il numero perfetto" e "La terra dei figli".

In questo caso più che la curiosità biografica e l'interesse storico-letterario a guidarmi nella scelta è stata la voglia di farvi conoscere dei film che uscissero dai classici schemi che ultimamente riempiono (o forse potremmo dire infestano, volendo essere un po' cattivi) gli schermi dei cinema italiani.

Sarà perché le commedie leggere e gli psicodrammi piccoloborghesi hanno un po' stufato, sarà perché ci sono sempre le stesse facce a fare gli stessi ruoli... insomma ci voleva qualcosa che smuovesse un po' le acque.

Magari le acque torbide del Delta del Po che fanno da sfondo alla storia di "La terra dei figli". Se già di per sé quello del fiume che attraversa la pianura padana è uno scenario post-apocalittico, nella graphic novel di Gipi e nel film di Cupellini la corrente del fiume spinge il protagonista alla ricerca di qualcuno che sappia leggere le parole lasciate dal padre in un diario. Il viaggio di questo non-eroe è un'odissea e una discesa agli inferi, un cammino nel fango della pura e semplice sopravvivenza e allo stesso la ricerca di un senso più profondo del proprio stare al mondo. Per questo vi consiglio di non perdervelo.

In mezzo a queste storie c'è spazio anche per il malinconico killer in pensione Peppino Lo Cicero (Toni Servillo) protagonista di "5 è il numero perfetto". La vita tranquilla dell'ex sicario della camorra è destinata a cambiare in seguito ad un tragico evento che metterà in discussione i suoi valori e la solidità delle relazioni che ha costruito negli anni passati al servizio della criminalità organizzata. L'ambientazione noir mescolata con un certo fatalismo partenopeo, la storia avvincente, i personaggi delineati in modo essenziale ed efficace creano un mix davvero molto interessante.

Se volete ci troviamo i prossimi venerdì per parlare insieme di questi 4 film! Vi aspetto.






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